Nel corso dell’esposizione viene presentata una selezione di opere identificativa dell’espressione artistica di Gueli.
Vengono infatti esposti lavori tratti da due serie dell’autore di origine siciliana: “legni” e “ponti”. La lavorazione della materia e le campiture cromatiche sono elementi iconici dell’operato di Gueli e generano un’intrinseca correlazione stilistica che attraversa tutta la sua produzione.
La coerenza che pervade l’atto tecnico è riverbero della ricerca empirica di Gueli: un’indagine che si basa sul rapporto tra il percorso individuale della ricerca dell’io attraverso la prospettiva delle proprie radici, e le connessioni con l’altro da sé.
La ricerca dell’autore di origine siciliana prende avvio dal labirinto di Donnafugata, nella provincia di Ragusa, qui l’artista percorre strade tortuose che si snodano tra le mura di pietra e, alzando gli occhi al cielo, individua le stelle come matrice prima dell’orientamento: riconosce il loro la via di uscita e la via per ritrovarsi.
Da questo percorso Gueli struttura uno studio sulla materia in cui le forme che caratterizzano il labirinto prendono corpo assumendo volume e tramutandosi dal piano bidimensionale della grafica alla forma scultorea dell’opera terminata. I “legni” divengono così schegge di quel percorso che, attraverso spigoli smussati e il loro copro tattile, richiamano la visione degli angoli delle mura di quel labirinto che si staglia contro il cielo.
I lavori di Gueli vengono realizzati utilizzando il legno come materia prima, questo viene impiegato come mezzo di sperimentazione finalizzato alla sua trasformazione in qualcosa di altro.
Il materiale ligneo assume forme eterogenee con una pietrosità che lo rende identificabile con una nuova materia.
Nello sguardo di Gueli il legno é sempre stato altro, una pietra all’esterno che contiene dentro di sé una natura altra, la matrice naturale dell’oggetto che però non si riflette nel suo aspetto esteriore.
La metamorfosi della materia calca dunque la mutazione della persona e in quest’ottica diviene fondamentale l’indagine del rapporto con l’altro: l’altro da sé e l’altro che ci abita.
Emblematicamente la serie dei “ponti” si fa pregna dell’aspetto mutevole dell’io: il legno diviene pietra grazie al continuo lavorio tecnico, pur restando radicato nella sua natura organica, e questa sua mutazione genera la potenzialità di creare connessioni con l’altro.
Congiunzione tra radici e presente dell’individuo, tra le culture che lo abitano e il suo rapporto con l’estraneo.
In una narrazione intrisa del proprio esperire é possibile ripercorrere, attraverso l’esposizione di Gueli, tratti di un vissuto comune: si riconoscono nelle opere intarsi familiari che rimandano a esperienze e suggestioni intime in cui il fruitore può riconoscere propri ricordi stranieri.
L’esposizione é visitabile negli orari di apertura dello studio o su appuntamento contattando il numero 3476091354 o via mail all’indirizzo info@tivarnellaart.com